Il viottolo scorre come una certezza divina verso il fiume che circonda in forma di un arco aperto la parte occidentale del piccolo paese, un paese duro e con molta gente…
La giovane che attraversa le vie del piccolo villaggio, assomiglia a tutte le altre ragazze, solo che nessuno lì la conosce; la gente del villaggio dice che lei è la figlia dell’acqua, scivolata dalle cosce di sua madre e caduta e battezzata nel fiume che l'aveva trascinata tanti anni prima verso questo villaggio.
La ragazza che sta attraversando le vie del paese è una ragazza dai begli occhi, meravigliosamente truccati con il kajal, dalla pelle bruna e dal corpo armonioso. Indossa un vestito largo e colorato come un giardino pieno di fiori gialli, rossi e verdi e con una cintura che circonda la sua vita sottile; le lunghe dita dei suoi piedi s’intravedono dai suoi sandali, mentre i suoi capelli sono coperti da un fazzoletto annodato sulla nuca.
Mentre cammina, è totalmente distratta: la sua falcata è larga ma senza alcuna fretta, segue il viottolo ed i suoi passi senza chiedere niente a nessuno. Si fa guidare dalla sua ombra, cosa che provoca l’ira degli abitanti del villaggio, i quali hanno perso le loro ombre da tanto di quel tempo che nemmeno loro si ricordano con precisione l'epoca in cui anch'essi ne possedevano una.
Una donna che si fa guidare dalla sua ombra e in un simile momento della giornata! Una cosa insolita e contraria alle leggi della luce e alla logica del sole, che ha considerato questo atto come una sfida personale; quindi per vendicarsi comincia ad emanare raggi più caldi e più estivi... Le gocce di sudore brillano sui volti e sulle fronti della gente stanca.
La ragazza viene notata da un bambino che gioca con un pallone e puntandola con l'indice grida: “Ma è la strega… Ho visto la sua foto nel libro di scuola... Vieni a giocare con me“.
La donna dalla bocca vermiglia e vestita con una gonna da zingara dice: “Ma quale strega? Questa è una semplice ragazza dalle mammelle pendenti… sicuramente sta andando verso il fiume per lavare i suoi vestiti sporchi”.
Il vecchio che passa tutta la notte tossendo e che in quel momento sta fumando, allontana il narghilé dalla bocca dicendo:
“Ma no, sicuramente ha un appuntamento con il suo amante vicino al fiume, dicono che lì s’incontrino gli innamorati come le coppie di colombe… che dire, é una generazione senza pudore, che Dio la faccia sparire”.
La bambina che era scivolata via dalla mano della madre dice:
“No! Sta andando a nuotare nel fiume, voglio andare con lei , così insegna anche a me come si fa a nuotare…”
Ma la madre l’ha subito ripresa dall'orlo del suo vestitino, allontanandosi di gran fretta…
L’altra donna grassa, mentre si affaccia dalla finestra della sua casa che si trova al pian terreno, dice:
“E' una stupida ragazza, andrà sicuramente a perdere la sua strada e quando se ne renderà conto sarà troppo tardi…”
L’uomo che si era addormentato lì, cercando un po’ di ombra accanto al muro, si è svegliato spaventato e dice:
“Ma che donna bella e sorprendente, è lei che sognavo, la seguirò per sposarla “.
L’Imàm della moschea appena sceso dal minareto, mentre fa scorrere le perline del rosario tra le sue dita, dice sdegnato:
“Questi sicuramente sono i segni del giorno del giudizio, che il Maestoso Dio abbia pietà di noi”.
Il soldato, fermo lì con le sopracciglia aggrottate davanti la porta del posto di guardia, dice:
“Scriverò un rapporto su di lei, sicuramente sarà una ricercata…”
La vecchietta che vende le verdure, non grida più per vendere la sua merce ma dice mormorando:
“Vivrai da sola e morirai da sola, nessuno che abbia un'ombra o meno, non c’è differenza, chiederà di te“.
Un mendicante infila il pane raffermo nella sua tasca, ne strappa un pezzo con i denti mentre con l'altra mano tende il resto alla ragazza, lo scemo del villaggio invece si mette a piangere.
Né i rumori, né le domande curiose riescono ad allontanarla dalla sua disattenzione, è troppo presa dal suo mondo, come fosse sorda e muta, seguita dai suoi bei sogni continua a camminare… Attraversa le case, le piazze affollate, passa accanto ai negozi, guarda le finestre aperte e saluta gli alberi ormai invecchiati… Guarda solo in avanti e non si capisce se si è accorta di coloro che la circondano.
Un autobus sta per investirla se non fosse per il rumore del claxon lanciato dall’autista, che si mette a gridare infuriato:
“perché non te ne torni da dove sei venuta, non ti bastano forse i guai che abbiamo già, o vuoi procurarcene altri?”
Un improvviso tremolio invade il suo corpo...si rannicchia su se stessa…incrociando le braccia intorno al petto.
Tutti hanno sentito le grida da lontano, ma lei ha ormai iniziato a correre verso il fiume che gorgoglia in alto.
Dalla Siria : Susan Khawàtmi
Traduzione di Asma Gherib
أسميك حبيبي
بادئ الخلق حب
يضرم وعوداً متوردة الوجنات
يدس الحنين في حشو الوسادة
يهيئ الياسمين
... ولا أبكي
يا رؤوس التعب لامسي الحضن
قوليه : ذنبٌ طليق اليدين
عناق لا يرتبك
قوليه : صوت أعرج يشعل صورة قديمة بالأبيض والأسود
إنهاك يغنم الشوق / يجوس الأماسي البكر/ يطيل المكوث في التفاصيل
أصغي ليديك ..
لهفةٌ تخلخل الضلوع
كاصطفاق أجنحة لطيور برية
خشخشة أساور عاشقة
تشير إليــــــــ / ك ... جهة
لا تغفو بين ذراعيّ، اجمعني من حناجر العشاق
اهذيني
ففي متاهات الشمس خصلة عارية تهرب بذنبك .. تعاتب الغياب.. تعتصم بدبيب يغشاها
... ولا أبكي
الرغبة لا تتعب
طاغية تشد قوسها
ترميك بالبياض، مواويل تبدد الذبول، تعيث الهواء ، تنزعك من خشيتها
تهدهدك في السهاد
دلال يخضب حناءه
يطيل النظر، يكشف الستر عما يقال ...
اغمزني
هذي أنا أشبهني / أشبهك
رشقة من حياة
أفرك أصابع العشب
أمضي في ثرثرة مريبة
أهجئ الحب، أسميك حبيبي
... ولا أبكي
لم تعد قاسية كف تربت الحنان من زغب الشغف النابت...
من تاريخ متخم بالعناق
من بوح يكشف رأسه
مسرف هذا الهوى
أذوب
أذوب
ولا أنضب
سوزان خواتمي
14 /06/2005
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